giovedì 17 gennaio 2008

Meno parole, più informazioni

Vero è che io frequento sempre le stesse persone, e leggo sempre gli stessi giornali, e guardo sempre gli stessi programmi (pochi) in TV, e frequento sempre gli stessi blog. E ovviamente (ovviamente?) scelgo quelli che mi piacciono... quelli che la pensano più o meno come me.

Quindi la mia percezione del mondo è forzata. Soggettiva. Con ogni probabilità fortemente distorta.

Ma mi pare che la scollatura fra la 'versione istituzionale' dei fatti e il modo in cui sono vissuti dalle persone stia diventando sempre più evidente... e preoccupante.

Vedi gli avvenimenti italiani di questi ultimi giorni. Le mie costanti di riferimento li interpretano più o meno come me - più o meno, con varie oscillazioni, sfumature di pensiero, sottolineature, distinguo, contraddizioni latenti.

Le voci ufficiali invece sono una. Unica, univoca, perentoria. Urlata, peraltro, disordinata e disorganizzata, tanto che è quasi impossibile capire di che cosa sta parlando.
Ricorda il coro di pecore in Animal Farm: "Questo è maaaaaale".

E il brutto è che ci siamo così abituati a questo chiasso, che non lo percepiamo più. Ma il chiasso non è musica. La polemica non è notizia. Gli insulti non sono idee.

Voglio scendere. Uno dei miei blog preferiti non a caso si chiama così, Vi linko l'ultimo post di uno dei miei (pochi) giornalisti preferiti. Spiega meglio di me quello di cui sto parlando.

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