mercoledì 5 novembre 2008

Yes, THEY did

Da domani lo attende la prova più dura in assoluto, quella dei fatti, ma per adesso Barack Obama può legittimamente godersi il suo trionfo: è entrato nella storia come 44° Presidente degli Stati Uniti, il primo di origini africane.
Ha vinto anche in Stati, come la Virginia, dove lo schiavismo prima, poi la segregazione razziale, e ancora oggi gravissimi pregiudizi l'hanno fatta e la fanno da padroni.
Da oggi il mondo è un po' cambiato: quanto meno, questa vittoria ci ha restituito la speranza che, proprio come diceva lo slogan di Obama, il cambiamento è possibile.


Invidio agli Americani questa speranza. Li invidio perchè loro non hanno un Walter Veltroni che, sono pronta a scommetterci, oggi se ne andrà in giro a rilasciare dichiarazioni trionfalistiche come se le elezioni le avesse vinte lui (ridicolo nel ridicolo, pare che il PD ieri avesse organizzato una maratona notturna per seguire lo spoglio dei voti in USA...). E invidio l'amore viscerale per la loro patria che li porta a sventolare, durante i festeggiamenti, non una bandiera di partito ma quella a stelle e strisce, quella di tutti.

E per favore, qualcuno dica a Frattini che Obama e Berlusconi non sono uguali: non è che abbia esagerato col cerone o con la lampada, Barack è così nero di suo.

1 commento:

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