giovedì 22 gennaio 2009

Alla giusta distanza

Da casa mia si vedono passare gli autobus. Il che mi permette di regolare il passo, accelerando se ne scorgo uno in avvicinamento, o rallentando se invece (come spesso capita) non si vede cielo.
L'altro giorno, per l'appunto, ho fatto uno sprint da centometrista per agguantarne uno che era quasi alla fermata. Ma voltandomi per controllare la situazione, ho visto un secondo autobus in arrivo.

Allora ho fatto sfilare il primo - stracolmo - e ho preso l'altro, semivuoto. Che è rimasto tale fino al capolinea, perchè quando due autobus si susseguono in un intervallo di tempo così breve, succedono tre cose:
1) il primo autobus ramazza tutti i passeggeri in attesa;
2) il secondo non trova più nessuno da far salire (ergo non si ferma alle fermate, ergo giunge a destinazione in tempi record);
3) chi arriva alla fermata dopo il passaggio del secondo autobus, dovrà aspettare tempi biblici per avvistarne un terzo.

Credo che il punto 3 sia un corollario della Legge di Murphy.

5 commenti:

  1. molto che attendi un bus o un tram?
    accenditi una sigaretta, arriverà subito.

    (esperienza personale)

    :D

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  2. Sempre Legge di Murphy... e ulteriore dimostrazione che il fumo fa male ;-)

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  3. Vediamo un po’: il primo autobus ramazza tutti gli utenti e va più lento, il secondo trova le fermate vuote e va più veloce, se i due sono molto vicini vuol dire che presto il secondo supererà il primo. Allora succederà che il primo fu secondo ramazza tutti gli utenti e il secondo fu primo va più veloce e supera il primo fu secondo. Eppoi di nuovo: una specie di moto perpetuo.
    Resta il fatto che chi aspetta il terzo autobus può tranquillamente iniziare la lettura di ”Alla ricerca del tempo perduto” senza timore di non riuscire a finirlo, anche se fuma parecchio.

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  4. Sarebbe anche un comportamento logico, Salazar: l'autobus vuoto sorpassa quello pieno e gli evita di scoppiare per i troppi passeggeri.

    Ma di solito gli autisti, qui, sono poco logici e procedono in cordata...

    Sulla Rechercheconcordo con te.

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  5. Vediamo se riesco a rendere le mie giravolte mentali: ho citato Marcello Proust perché é insito nella nostra testolina incivilita pensare al tempo trascorso aspettando qualcosa come tempo perduto, in questo caso l’autobus ex perpetuo, così ho sguinzagliato Marcello per cercarlo e ritrovarlo. Non l’autobus, il tempo.
    Ma se invece non é così? E allora ho pensato a Ermanno Hesse e al suo Siddhartha che diceva “so aspettare, so pregare, so digiunare”.
    Il punto disperso dalle menti incivilite é in quella parolina davanti ad aspettare: “so”. Sappiamo fare un sacco di cose ma non sappiamo più aspettare, e forse aspettare potrebbe essere un’abilità, un’arte e perfino un rifugio. Non dico che dovremmo andare tutti in India a fare i barcaioli su qualche fiume e guardare l’acqua scorrere, ma riuscire a contemplare il tempo, sorbirlo lentamente, digerirlo per quello che é, e non soltanto immaginarlo come un insieme di segmenti tagliati alle estremità da due cose concrete da fare, forse sarebbe più appagante, e anche meno stressante. Ma viviamo così come viviamo, ecché ci vuoi fare.
    Ti auguro una buona attesa.

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Non voglio chiudere questo blog - spero di aver occasione per scrivere in futuro - ma chiudo temporaneamente i commenti, infestati dallo spam.

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