martedì 7 aprile 2009

Da un altro punto di vista

In casi come questi, ci sarebbero molte cose da non dire: di fronte a una tragedia, il silenzio è ancora di più aurea regola. I media fanno a gara nello sciacallaggio, i politici per puro calcolo opportunistico per il momento si trattengono, ma tra pochissimo - facile previsione - caleranno come avvoltoi: non dimenticatelo, siamo sotto elezioni.
Cifra interpretativa indistintamente adottata in queste ore è il pietismo: oh poveretti, vi siamo vicini. E giù a scavare non fra le macerie ma nel dolore di chi ha perso tutti e tutto.

E si critica duramente chi azzarda qualcosa di diverso. Personalmente, credo che il tentativo di scherzarci su - non sui morti, non sui feriti, non sui dispersi, non sulle case crollate, non sugli sforzi dei soccorritori, ma su chi ci ha speculato, ci specula e ci speculerà ancora - possa essere, se mi passate la parolaccia, catartico e che possa aiutare a vedere le cose con maggiore lucidità, da un altro punto di vista.

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