martedì 5 gennaio 2010

Del taggare e di altre omologazioni

Tanto per restare in argomento... Quando ho creato questo blog, ho immaginato anche le etichette con cui catalogare i vari post.

(Per inciso: odio dire "etichette", preferisco "tag"; ma "tag" è una paroletta così corta che mi sembra quasi di non riuscire a leggerla, e aggiungere una S per formare "tags" al plurale mi pare un inutile snobismo.)

Dunque dicevo, mi sono inventata delle etichette di mio gusto, spiritose (almeno nelle intenzioni), per dare un tocco di originalità in più al tutto.
Poi, bloggando e lurkando, ho imparato che "lurkare" significa "leggere i blog degli altri senza lasciare commenti"; e lurkare è un comportamento poco educato, a quanto pare (non sono molto d'accordo, io preferisco che mi lurkino piuttosto che ricevere n+1 commenti insipidi e/o non in tema con il post, lasciati giusto per fare un commento, o per senso del dovere) (Oddio, ora sì che qui non commenterà più nessuno. Beh, almeno lurkate).

E poi ho scoperto che è meglio taggare i propri post con etichette "standard", o comunque riconoscibili dai motori di ricerca, in modo che più utenti possano essere indirizzati al tuo blog. Qualcosa tipo, che so: "politica" o "satira" (beh, magari anche un po' meno generiche, che è meglio).

Beh, alla faccia di Google e compagnia, io mi tengo le mie etichette strambe e pazienza se nessuno mai mi troverà.

(E le "altre omologazioni" del titolo? No, niente, il post è finito qui, ma il titolo così suonava meglio.)

4 commenti:

  1. E poi meglio pochi sostenitori ma buoni ;-)

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  2. Pochi, buoni e capaci di afferrare immediatamente le allusioni ;)

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  3. Vedi, è proprio per questo che ti seguo... continua così.

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  4. Venghino, siore e siori, venghino...!

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Non voglio chiudere questo blog - spero di aver occasione per scrivere in futuro - ma chiudo temporaneamente i commenti, infestati dallo spam.

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