giovedì 14 gennaio 2010

Terremoto globale

Lavoro, scherzo con i colleghi, mi informo sull'organizzazione dei sit-in per la Costituzione (il 30 gennaio, se ancora non lo sapeste), scambio sms con fidanzato e amici. Poi, tra una cosa e l'altra, vado su Repubblica.it e mi ricordo che ad Haiti un terremoto epocale ha decimato la popolazione.

Mi sembra così assurdo che la mia vita continui come al solito, come se nulla fosse, divisa tra mille eventi di nessun conto se confrontati con catastrofi del genere. Sarà che i media e soprattutto il web annullano le distanze. Ed è pur vero che non posso farci niente, a parte mandare il mio contributo nell'inevitabile e ormai consueta catena di solidarietà.

Potrei mollare tutto e partire come volontaria. Ma non me la sento di mollare la mia vita, proprio adesso che sembra aver trovato dei punti fermi. Eppure questa volta, più ancora delle precedenti, mi pare profondamente assurdo e ingiusto che tutto vada avanti come sempre, che nulla cambi. Che cosa poi debba cambiare, davvero non lo so.

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