mercoledì 30 giugno 2010

Diario di bordo

In trasferta, per una riunione di lavoro. Prendo l'aereo del mattino, più pieno del solito: oltre ai soliti manager, anche molti vacanzieri (beati loro) che cercano di spacciare per "bagaglio a mano" valigioni, zaini da trekking, elefanti indiani e altre minuzie del genere. Gli va male: dopo neanche 5 minuti le "cappelliere" sono piene, elefanti & Co. prendono mesti la via della stiva.

In vista della riunione mi sono vestita da donna "in carriera ma non ossessionata dal lavoro": ossia, niente tailleur (non ne possiedo; devo decidermi a comprarmene qualcuno, sabato iniziano i saldi, magari è l'occasione buona) ma maglietta firmata, pantaloni di cotone bianco, mocassini bianchi (ieri prima di decidere la mise ho consultato le previsioni del tempo). Ho anche la mia nuova 24ore di finto coccodrillo blu, comprata on line con lo sconto (da un po' di tempo in qua, da vera "donna in carriera ossessionata dal lavoro", riesco a fare shopping solo via web; devo riprendere ad andare per negozi, fosse solo per camminare un po'. Sabato iniziano i saldi, magari è l'occasione buona).

Strano a dirsi, nonostante gli elefanti l'aereo parte e arriva in orario. Poi mi ci vuole un'ora e più in taxi per giungere a destinazione. Il traffico è tremendo, ci sono ingorghi a ogni incrocio e la scampano solo le auto blu che viaggiano in corteo, a sirene spiegate, con 4 poliziotti motociclisti 4 di scorta. Mi domando quale sotto-sotto-sotto-sottosegretario ci sia, nell'auto blu. Respingo la tentazione di chiedere al taxista di sbarrargli la strada, e mi consolo con i manifesti che annunciano per domani la manifestazione "No al bavaglio". Peccato non potermi trattenere a Roma un giorno di più.

Comunque Roma è sempre stupefacente. Mi stupisce che le strade consolari abbiano ancora i loro nomi (alè, ho scoperto l'uovo di Colombo. E vabbeh, che dirvi, me ne stupisco di bel nuovo ogni volta che ci penso). E mi stupiscono, venendo da una città piatta come una tovaglia stirata, le colline che resistono piene di alberi nonostante siano circondate dall'asfalto. Tra le colline che sono vere colline, e non dossi cresciutelli, e il fiume che è un vero fiume, e non un rivoletto stitico, a sembrare incongrue e fuori posto sono proprio le strade asfaltate e le macchine che ci stanno ferme sopra.

lunedì 28 giugno 2010

Marco on air / 106

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Lunedì

Che cosa c'è di meglio, per iniziare la settimana, di una litigata con il Capo di un'altra direzione aziendale che - invece di discutere con la mia Capa sua omologa - se la viene a prendere con me per un presunto ritardo dovuto ad un suo pasticcio?
Me lo sarei mangiato vivo, con tutto il cappello.
Grunt.

giovedì 24 giugno 2010

Sesto senso

Eppure lo so, lo so che quando quella vocina mi parla le devo dare ascolto: dovevo scommettere sul passaggio del Ghana ai quarti. Ormai è tardi.

Beni di largo consumo

Brano di conversazione colto fresco fresco per strada:
..."Delitto e Castigo" è bellissimo, l'ho letto tutto d'un fiato! E pensa che il libro l'ho comprato al supermercato, che poi comprare i libri al supermercato è uno spasso: è proprio la morte della letteratura...
Beh, io lavoro in una casa editrice e quindi forse questo post farei bene a pubblicarlo in forma anonima, però devo dire che non sono d'accordo: comprare un libro, dovunque lo si compri, secondo me è la vita della letteratura. A che serve un libro, se nessuno lo legge? Meglio un tascabile di seconda mano preso sulle bancarelle, che un'edizione extralusso rilegata in cuoio, usata solo per riempire uno scaffale e mai aperta.

Questa idea che il libro non è, né deve essere, un bene di largo consumo, qualcosa che si può correre a comprare al supermercato sotto casa come il pane e il latte ("uh, ho finito Orgoglio e Pregiudizio! Vai a vedere se per caso hanno Emma") alla fine, secondo me, è controproducente.

lunedì 21 giugno 2010

Marco on air / 105

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Problema

Di ritorno da un weekend al mare, una coppia in auto avvista un incendio ai margini della strada, e telefona alla Centrale operativa dei Vigili del Fuoco, precisando che l'incendio è al km. 46.
Proseguendo nel suo tragitto, al km. 19 la coppia incrocia l'autopompa dei Vigili del Fuoco. Sapendo che dal momento della telefonata è trascorso almeno un quarto d'ora, quanti ettari di terreno saranno bruciati prima dell'arrivo dell'autopompa sul luogo dell'incendio?

sabato 19 giugno 2010

Sono un fenomeno paranormale?

Anni fa riportavo nel blog una citazione da I Tre Moschettieri di Dumas padre (la traduzione è mia):
"Quanto al secondo rimprovero che le fate, ho sentito dire che ha amato non gli Inglesi, ma un Inglese. -
- In fede mia, commentò Athos, bisogna ammettere che quell'Inglese era davvero degno d'essere amato."
Il dialogo si riferisce al Duca di Buckingham, amante della regina Anna; io, ovviamente, lo riprendevo alludendo a Orlando Bloom, per il quale spasimavo all'epoca (comunicazione di servizio: ancora non ti conoscevo, amore mio, e ora amo te e solo te) e che comunque è sempre un bel vedere.

Oggi leggo che è in preparazione il film in 3D de I Tre Moschettieri. Dovrebbe uscire la prossima estate. Indovinate chi è accreditato per il ruolo del Duca di Buckingham?

martedì 15 giugno 2010

Post partita

Iersera, mentre l'amore mio gridava al mondo le sue opinioni su Lippi&Co., io pensavo che le telecronache delle partite della Nazionale offrono interessanti spunti per un'analisi socio-antropologica, estensibile dalla categoria dei giornalisti al carattere degli italiani tutti.
Vediamo per l'appunto la partita di ieri: Italia-Paraguay 1-1.

Prima fase: l'esaltazione eroica (Punteggio: 0-0)
Siamo i campioni del mondo e nessuno è meglio di noi. Partendo da questo presupposto assiomatico, la telecronaca si sviluppa celebrando con toni epici qualsiasi nostro passaggio che superi, anche di poco, il centrocampo ("l'Italia domina - è un assedio - il nostro attacco giganteggia - si gioca solo nella metà campo avversaria - etc.") e trattando con fastidiosa supponenza l'altra squadra ("non sono male - badano a difendersi - evidentemente ci temono - etc.").

Seconda fase: l'elaborazione del lutto (Punteggio: 0-1)
Mentre siamo impegnati a dominare la partita (ma senza fare mai un tiro in porta o imbastire un'azione degna di tale nome), l'altra squadra segna un gol e si porta in vantaggio. La telecronaca si divide allora in due linee parallele: la prima, di incoraggiamento, utilizza tipicamente frasi fatte prese di peso, più che da un manuale di psicanalisi, dai dialoghi di Holly e Benji ("non possiamo mollare - bisogna reagire - abbiamo tempo - la partita è tutta da giocare - non dobbiamo aver fretta - etc."), la seconda, che si potrebbe definire "mettiamo-le-mani-avanti", elenca tutte le cause, rigorosamente esterne, di una a questo punto probabile disfatta, che - hai visto mai - sono state comunque astutamente anticipate nella prima fase ("piove tantissimo - le vuvuzelas fanno un rumore tremendo - arbitro cornuto - etc.").

Terza fase: limitare i danni (Punteggio: 1-1)
Raggiunto il pareggio, quello che nella prima fase era considerato l'obiettivo minimo vista la nostra grandiosità e la pochezza dell'avversario, ossia la vittoria di larga misura (volg. "goleada"), viene repentinamente dimenticato come se non fosse mai esistito neanche nei più reconditi ed ottimistici pensieri. Il pareggio è il miglior risultato possibile nel migliore dei mondi possibili, e va comunque considerato che pioveva tantissimo, che le vuvuzelas facevano tanto rumore (in quel rumore la Germania, per dire, ha vinto 4-0; ma la cosa passa sotto silenzio) e che abbiamo mostrato un ottimo gioco (ma dove? ma quando?) e un'ottima tenuta atletica (infatti il portiere titolare si è infortunato solo rimanendo immobile sotto la pioggia. Forse si è arrugginito).

lunedì 14 giugno 2010

Live

1) Piove, senti come piove...
2) Le vuvuzelas fanno troppo rumore
3) Non era fuorigioco
4) Anche in USA abbiamo perso la prima e poi siamo arrivati in finale
5) Cannavaro è sofferente
6) I paraguaiani sono scaltri
7) Buffon era infortunato

Non avrete creduto che lo sport nazionale italiano fosse il calcio...

Marco on air / 104

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In margine ai Mondiali - post patriottico

Per andare in ufficio attraverso quartieri particolarmente folkloristici (mettiamola così). Ogni 2 anni, in occasione di Mondiali ed Europei di calcio, le strade sono tutte impavesate di tricolori.
Personalmente trovo tristissimo che a nessuno venga in mente di tirar fuori quelle stesse bandiere, per dire, il 2 giugno. O il 25 aprile. Sempre per dire, eh.
Poi molto spesso le bandiere sono pure messe storte.

(A proposito di patriottismo. Non so se l'avete notato, ma il blog è sempre in lutto. E mi sa che ci rimarrà un bel pezzo, ahinoi. A meno che non me lo facciano chiudere, è ovvio.)

venerdì 11 giugno 2010

...e forza Sudafrica

Sfinita dal caldo sahariano, tanto per restar nel continente mi sono schiantata sul divano a guardare i mondiali di Sudafrica. Ho acceso la TV giusto in tempo per il gol dei padroni di casa contro il Messico.

Poi magari alla fine della partita il Messico, favorito, vincerà e così questo post assumerà il sapore di una gufata pazzesca. Però vedere l'esultanza della panchina sudafricana, e l'incredulità dello stesso marcatore, è stato bellissimo. Per un momento mi hanno fatto credere di nuovo alla possibilità di uno sport pulito, all'orgoglio di rappresentare la propria nazione, alla palla rotonda che è rotonda e a tutte queste ingenuità che neanche in Holly e Benji. 

Forza Ghana

Ecchequa, la legge bavaglio è servita. Della serie: non vi bastano i soldi per una bella vacanza in Oriente? Vi portiamo la Birmania qui, e poi non dite che non vi pensiamo!
Eppure sembra che il mondo vada avanti lo stesso, il sole sorge e la vita continua. Azz se continua! Problemi e problemucci come se piovesse, la cosa sembra fatta apposta per distrarre dalle vicende politiche.

E la cosa più agghiacciante, secondo me, è che tanta gente manco se ne accorgerà del bavaglio: sono abituati al TiggiUno o al TiggiCinque, o addirittura al TiggiQuattro. Le notizie? E chi le ha mai viste e sentite?

Poi oggi iniziano i Mondiali di calcio. Ai tempi una vittoria di Bartali evitò la guerra civile, ora basta che Lippi&Co. arrivino ai quarti. E possono far passare di tutto.
Speriamo che li eliminino al primo turno, va'. Anche se la faccenda dei premi devoluti al Comitato 150° Unità d'Italia è pregevole.

lunedì 7 giugno 2010

Marco on air / 103

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Ritorno al passato

Dicono che l'olfatto (e il gusto) sia il senso della memoria. Venerdì scorso, in riva al mare, ho mangiato una focaccia che mi ha riportato alle estati della mia infanzia, quando andavamo a far la spesa con la nostra mamma e la imploravamo, ogni volta, di comprarci la pizza al metro dal "Rosso". Lei diceva implacabilmente di no (certo che ne doveva avere di pazienza per resistere ai capricci di tre bimbette coalizzate), ma in rari miracolosi casi cedeva. Quell'agognato quadrato di pizza che a stento riuscivamo a reggere nelle manine e a mangiare camminando (ce ne finiva più in faccia che in bocca) era la summa di ogni trasgressione.

E così mi sono rivista venerdì, ma con i miei occhi da adulta. Ogni tanto penso che mi piacerebbe tornare in quei posti dove sono stata da piccola, e ogni volta mi riprometto di non tornarci mai più.

domenica 6 giugno 2010

Quelli che in auto ascoltano Čajkovskij

Cinque segni dell'arrivo delle mie sorelle dall'estero

  1. La pattumiera è riempita in spregio ed aperta sfida a qualsivoglia legge fisica sull'incomprimibilità dei solidi;
  2. Il lavello ospita un'interessante replica della Torre di Pisa, composta esclusivamente da stoviglie sporche;
  3. Ci sono 3 persone in casa, e 7 bicchieri usati sul top della cucina;
  4. La mia auto a idrogeno è parcheggiata in modo creativo. Come dite? Non credete che io abbia un'auto a idrogeno? Le mie sorelle invece ne sono fermamente convinte: il serbatoio della benzina è vuoto;
  5. Sul desktop del mio PC compaiono strane icone: se non vedete miei post nei prossimi giorni, forse un virus si % &//£Jgy£?? h&0 /(&££DFFC%(

giovedì 3 giugno 2010

Prove tecniche di autocontrollo

Immaginate di avere una passione sfegatata per un personaggio pubblico.

Non un attore/modello/calciatore/tronista (vivaddio), ma una persona intelligente, colta, ironica, con quel pizzico di sarcasmo quando serve; uno che ha pronta la battuta giusta al momento giusto, dotato di grande integrità (almeno così appare, poi non è che io lo conosca, mannaggia).
Ah, e anche molto fascinoso, con due occhi azzurri... Azz.

No, non si tratta di Maurizio Gasparri (anche se la descrizione potrebbe indurre in inganno).

Ora, io sono innamoratissima dell'amore mio (capito amore mio?), quindi rimango a livello di pura e semplice ammirazione per le doti intellettuali del soggetto (che occhi, però).
L'ammirazione però è TANTA.

Bene, ora immaginate di venire in possesso, per lavoro, del suo indirizzo privato di email. Quello che usa lui, che legge lui proprio lui e a cui risponde lui, proprio lui e solo lui.

Che fareste al posto mio?