mercoledì 26 gennaio 2011

Ironia a fondo perduto

Sono dovuta andare alla Posta, quella vicina all'ufficio. Delle mie battaglie con gli impiegati, dovute alla loro velocità di poco inferiore a quella di un branco di bradipi in letargo, ho raccontato più volte, tanto che immagino vi chiediate: ma perché non va in un altro ufficio postale? Semplice, perché quello è l'unico a cui posso arrivare entro l'orario di chiusura. Oggi, perciò, mi sono fatta forza e sono tornata sul luogo del delitto.

Ho preso il numeretto e sono rimasta piacevolmente sorpresa: solo quattro persone prima di me. La prima, anzi, ha finito nel giro di tre minuti: il che mi ha fatto sperare di riuscire a tornare a casa prima della prossima era geologica. Speranza immediatamente frustrata dal cliente successivo, che doveva spedire ad occhio e croce una cinquantina di raccomandate... Ma sono stata brava, astenendomi dal protestare, dato che tutti hanno diritto ad usufruire dei servizi postali, anche per spedire milioni di raccomandate tutte insieme.

Quindi è venuto il turno di una signora che voleva spedire un pacco. L'impiegata, considerando che la signora era straniera, ha iniziato a parlarle a volume altissimo, rendendo edotti tutti gli astanti del contenuto del pacco (banane), del destinatario (che non cito perché sono rispettosa dell'altrui privacy, io) e del fatto  - ripetuto più volte - che il pacco sarebbe partito domani per arrivare dopodomani. 

In più l'impiegata ha tenuto a illustrare la procedura a una malcapitata che le stava alle spalle, in piedi: una stagista, o una principiante. Sempre buona e zitta in attesa che venisse il mio momento, mi sono chiesta: ma questi poveri stagisti, li terranno sempre permanentemente in piedi? E non gli fanno un corso di formazione, prima di sbatterli tra le fauci della gentile utenza?

Finalmente il pacco è stato spedito, e io mi sono avvicinata allo sportello. Proprio in quel momento l'impiegata si è alzata, e dicendo alla stagista "Dai, prima o poi devi provare" le ha ceduto il posto: immediata risposta (negativa) al secondo quesito, e fulgido esempio di applicazione della Legge di Murphy. (Sono convinta che l'impiegata l'abbia fatto apposta: ormai sono un'habitué di quell'ufficio, e ho protestato talmente tanto che secondo me mi hanno identificata come Disturbatore Massimo. Magari hanno anche una mia foto e ci giocano a freccette nelle pause.)

Comunque non potevo certo prendermela con la povera giovine stagista, che se non altro stava cercando di guadagnarsi il pane con un lavoro onesto, alla faccia di Nicole Minetti, e di per sé era molto imbarazzata e agitata. Così sono rimasta tranquilla, e non ho abboccato alle provocazioni dell'impiegata che intanto continuava a dire alla ragazza "Non preoccuparti, vai piano, non avere fretta, la velocità verrà dopo" (se devo far conto sulla mia esperienza, direi proprio di no).

Enfin, siamo venuti a capo della faccenda (dovevo nientepopodimenoche spedire una raccomandata); ho pagato il dovuto e ho educatamente chiesto alla stagista "Tutto a posto?", preparandomi ad andar via. Al che, l'impiegata mi ha apostrofato: "Fate finire le procedure!"

Mi è venuto spontaneo: l'ho guardata e ho risposto "Signora, stiamo lavorando per voi."

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