giovedì 3 marzo 2011

Velleità letterarie frustrate

Resa ardita da numerosissimi incoraggiamenti (tre, due dei quali da parte dei miei zii), ho deciso di partecipare a un concorso letterario, scrivendo un racconto. L'altro giorno, sentendomi particolarmente ispirata, ho buttato giù tutto d'un fiato l'incipit. E a parte il fatto che somiglia tantissimo all'inizio di Com'era verde la mia valle, e a parte il fatto che non ho la più pallida idea di come continuare, devo dire che mi è venuto proprio bene: a rileggerlo quasi mi commuovevo.

Ho scritto a mano su un blocco d'appunti, che ho poi lasciato in giro sia per pigrizia, sia per inveterato disordine, sia per il desiderio inconscio (ma mica poi tanto) che l'amore mio si imbattesse in questa prova letteraria e la leggesse. Difatti l'amore mio si è imbattuto nel blocco di appunti e li ha letti. L'ho sentito ridere dall'altra stanza.

2 commenti:

  1. Senza rischiare di peccare di presunzione, posso timidamente dire di essere l'unico non-zio fra quei tre che ti hanno convinta a scrivere un romanzo? Son soddisfazioni... In bocca al lupo! :)

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  2. Ebbene sì, e ti ringrazio ancora tantissimo, non-zio! :) (E sempre crepi)

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