martedì 26 aprile 2011

Essere appropriati ed essere se stessi

Questa mattina ero sull'autobus, con "At my most beautiful" dei REM nelle orecchie e per metà persa in uno dei miei soliti sogni ad occhi aperti (solo per metà, perché sull'autobus è bene non abbandonarsi mai del tutto a un sogno ad occhi aperti. Che cosa triste), quando ho sentito qualcuno che mi strattonava leggermente la giacca.
Mi sono girata, e ho visto due donne, due habituée del mio autobus, che mi sorridevano. Volevano sapere dove avessi comprato la mia borsa di Tenshin Neko.
Ora, che quella borsa riscuota unanimi consensi è risaputo. Da quando l'ho comprata, un sacco di gente mi ha detto che è carinissima. Negli ultimi tempi, però, ho cominciato a chiedermi se fosse appropriata - ossia, se fosse appropriato per me, a quasi 38 anni suonati, andarmene in giro come se niente fosse con una borsa di Tenshin Neko.
Probabilmente non lo è. Sicuramente non lo è. Mi salva il fatto che non dimostro 38 anni, ma in ogni caso dovrei - eh sì, dovrei - assumere un comportamento e degli atteggiamenti (e usare degli accessori) più consoni alla mia età.
Però nello sguardo di quelle donne, stamattina, ho sentito - anche se forse è stata solo una mia speranza - una certa ammirazione per la mia capacità di andarmene in  giro, alla mia veneranda età, con una borsa di Tenshin Neko solo perché è carina, e a me piace, e non me ne può importare un accidente di quello che la gente pensa vedendomela addosso.
Così, insomma, ho pensato che anche se devo darmi una regolata e smetterla di comportarmi come una ragazzina di 16 anni, forse non è una cattiva idea conservare un po' di infantilismo di riserva.

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