martedì 29 maggio 2012

Miopia

Mi rendo conto che ci sono questioni più pressanti al momento, ma l'ennesima emergenza terremoto ci dà l'ennesimo esempio della miopia dei nostri (sic) governanti. Perché le linee telefoniche in parecchi casi non funzionano, ed è quindi partito l'invito ai privati a togliere la password alla rete wi-fi domestica, in modo da facilitare le comunicazioni via web.

Tutto ciò non sarebbe necessario se avessimo la banda larga e, con essa, una rete wi-fi pubblica e gratuita. Ma sappiamo benissimo che la cosa non è possibile, perché una rete wi-fi pubblica, gratuita e veloce ridurrebbe il volume di affari dei soliti noti (in pratica lo stesso motivo per cui è ferma la ricerca sulle energie alternative), senza contare la pericolosità del mettere a disposizione dei cittadini una fonte d'informazione caotica, confusionaria, non certificata ma comunque libera, come è il web.

In conclusione, l'avidità di pochi priva tutti di una risorsa utilissima in caso di emergenza, rendendo necessario affidarsi alla coscienza civile e alla disponibilità dei privati. Vi sembra ragionevole? A me, no.

lunedì 28 maggio 2012

Idoneità a vivere

Decenni fa, a tarda notte, beccai in TV una inquietante puntata di "Ai confini della realtà" in cui tutti i bambini venivano sottoposti a un test di intelligenza di routine e quelli troppo intelligenti venivano soppressi.
La faccenda mi disturbò il sonno per varie notti di seguito e ancora adesso, quando ci ripenso, mi inquieta (del resto l'avevo detto che la puntata era inquietante). Tuttavia capitano delle occasioni in cui l'idea di un test di intelligenza/idoneità a vivere non mi pare così repellente.

Tanta premessa, per dire che ieri io e l'amore mio ci siamo recati in un ipermercato per comprare al volo due cosucce (poi abbiamo finito per comprare anche altra roba, come nelle migliori tradizioni del demoniaco sistema di marketing degli ipermercati; ma questa è un'altra storia). Essendo solo due quattro cosucce, invece di piazzarci in coda alle casse strabocchevoli di gente, abbiamo pensato bene di approfittare della c.d. "cassa amica", dove in teoria fai prima perché passi tu il codice a barre davanti al lettore paghi e ti spicci.
In teoria.

In pratica, abbiamo atteso quanto e più che alle casse strabocchevoli di gente, dato che prima il lettore dei codici a barre non funzionava, poi un signore portato per la tecnologia come per le più elementari norme della civile convivenza ha impegnato la cassa per buoni 20 minuti di orologio; il sistema non gli permetteva di verificare l'importo totale della spesa prima di scegliere il tipo di pagamento, e lui aveva bisogno di conoscere il totale per capire se per pagare gli sarebbe bastato il buono pasto, sennò doveva togliere qualcosa dalla spesa, e qualcos'altro metterci, fino a coprire l'importo esatto del buono pasto.
Intanto dietro di lui in coda c'era gente che doveva pagare solo una bottiglia d'acqua.

L'amore mio, che è portato per la tecnologia come per le più elementari norme della civile convivenza, ha cortesemente aiutato il signore a togliersi dai pie utilizzare il sistema. Dopo di che, arrivato il nostro turno (dopo circa mezz'ora), abbiamo pagato e ce ne siamo andati. Per tutto il tragitto di ritorno a casa, l'amore mio si è dedicato a progettare un test votato alla misura dell'intelligenza individuale e il successivo sterminio di tutti gli incapaci a superarlo.
Di solito quando se ne esce con queste teorie gli do del nazista e gli intimo di smetterla. Di solito.

mercoledì 23 maggio 2012

L'esperienza insegna

Sono fermamente convinta che, per crescere come persona, è necessario saper far tesoro di ogni esperienza che ci capita, anche di quelle che sul momento sembrano del tutto inutili e insignificanti.
Ad esempio, in azienda mi hanno chiesto (leggi: costretto) di compilare una parte del budget. La cosa mi è servita a capire meglio perché l'economia mondiale sta andando a rotoli.
E sono serissima.

In pratica, mi hanno passato una decina di fatture (poco male, penserete voi) dicendomi: "Non devi contabilizzarle, devi solo riportare le cifre nelle varie voci di budget". Ora, io sono totalmente a digiuno di contabilità e quindi già non ho capito che differenza passi tra "contabilizzare" e "ripartire le cifre". Comunque sia, essendo come detto totalmente a digiuno di contabilità e dovendo produrre un consuntivo trimestrale, ho ingenuamente pensato che fosse utile impostare un bel foglio Excel, una colonna per mese, e incasellare ogni cifra sotto il mese corrispondente.
Questo perché mi avevano spiegato che molte fatture sono bimestrali, e in caso di fattura a cavallo di anno, dicembre-gennaio insomma, ne avrei dovuto registrare (non contabilizzare, attenzione!) solo metà importo.

Di conseguenza, in caso di fattura marzo-aprile, ho registrato (non contabilizzato, attenzione!) solo l'importo di marzo.
Errore: "la fattura è stata pagata per intero in questo trimestre, ergo va registrato l'intero importo".
E la fattura dicembre-gennaio, che è stata pagata tutta a gennaio, allora? "Non c'entra, è una cosa diversa".
E questa fattura emessa a fine marzo per una spesa fatta a febbraio? "Non c'entra, è stata registrata ad aprile, devi registrarla (non contabilizzarla, attenzione!) ad aprile.

Preso atto di tutto ciò, profondamente lieta di essere del tutto a digiuno di contabilità e decisissima a rimanerlo, ho conservato il mio foglio Excel diviso per mesi, ma sotto - per la serie "Attacca il ciuccio" - ci ho messo un altro schemino strutturato secondo i criteri (sic) dell'amministrazione. Seguendo questo, i conti (ovviamente) tornano al centesimo.

Continuo a non capire perché - se loro contabilizzano - io devo fare praticamente la stessa cosa, usando le stesse cifre e registrandole (non contabilizzandole, attenzione!) nello stesso modo. In compenso, io che pensavo non ci fosse nulla di più definito e statico dei numeri, ho capito benissimo come mai qualche cervellone se ne è potuto uscire con la teoria della "finanza creativa".

martedì 22 maggio 2012

Post-elezioni

Sorvolando sull'esilarante calembour che dà il titolo a questo post (appunto. Non vogliatemene, l'antistaminico ha strani effetti collaterali) ecco, come ormai da tradizione, le mie considerazioni sui risultati delle elezioni amministrative.

1) La Lega si ritira con la coda tra le gambe, il PdL non pervenuto segue le sorti che furono del "Terzo Polo" al primo turno. Ma non è ancora possibile tirare un sospiro di sollievo, perché entrambi torneranno a riproporsi, come la peperonata di sera. Alfano già annuncia la loro "nuova offerta", che manco una televendita di materassi. Quali idioti possono votare un partito-patacca così plateale? Beh, a naso, gli stessi che andavano dietro a Vanna Marchi.
(Del resto, i leghisti hanno votato per anni un cafone ignorante con lo slogan "Io ce l'ho duro")

2) Sono fiera di poter dire che non ho mai votato PD in vita mia. Bersani, con i suoi proclami di vittoria, è patetico. "Non è vero che i 5Stelle ci battono sempre, a Budrio [credo] abbiamo vinto noi". E andiamo! Secondo voi, non avrebbe fatto miglior figura se avesse detto qualcosa tipo "Ci congratuliamo con il nuovo sindaco di Parma che ci ha sconfitto in una competizione onesta; siamo sempre felici quando i cittadini mostrano voglia di partecipare attivamente alla politica, e ci impegniamo a contribuire fattivamente, anche in maniera critica ma sempre propositiva, all'amministrazione cittadina perché abbiamo a cuore l'interesse degli italiani e vogliamo una classe politica trasparente e progressista"? Il suo livore contro i grillini (e attenzione, io sono piuttosto diffidente sui grillini) dimostra che PD e PdL sono tutti la stessa roba.

3) Vedremo alla prova dei fatti come si comportano i 5Stelle. Se falliscono anche loro, non ci resta che sperare in un'invasione da parte della Svizzera.

4) Il TG1 ha dedicato più spazio al sindaco (di centrodestra) di Frosinone che alla vittoria in rimonta dei grillini a Parma. Ora, è ovvio che giornalisticamente parlando Parma era notizia più ghiotta di Frosinone. Ciò dimostra che il TG1 non è un telegiornale.

venerdì 18 maggio 2012

Artificial "Intelligence"

Mi sono resa conto di attribuire ai computer comportamenti (se non sentimenti) prettamente umani.
Ho tediato più di un amico raccontando di come, di fronte ai ripetuti crash di un vecchio PC, l'unica maniera (provata empiricamente, e sempre funzionante) per riavviarlo fosse quella di ricorrere al turpiloquio ("cazzo, cazzo, cazzo, cazzo!", testuale).

Adesso, quando il computer dell'ufficio si blocca senza un perché (succede almeno due volte al giorno), la mia soluzione è quella di accedere al Task Manager. Non appena digito la combinazione Ctrl+Alt+Canc la trappola, magicamente, si ripiglia.
La mia teoria è che ha paura di essere sgamata a giocare a solitario, e si rimette a lavorare.

lunedì 14 maggio 2012

Dica trentatrè

Dimenticavo colpevolissimamente di lasciare ai posteri questo meraviglioso aneddoto.

Io, in banca non mia, a incassare un assegno. Lo sportellista compila l'anagrafica.
Lo sportellista: Medico generico?
Io: ...Eh?
Lo sportellista: Lei è medico generico?
Io: No, non sono medico, perché lo pensa?
Lo sportellista: Sulla carta d'identità c'è scritto "dottoressa".

martedì 8 maggio 2012

Noi si va al ballottaggio

Nei miei commenti ai risultati elettorali non mi trovo mai d'accordo né con i leader di partito, né con gli analisti politici. La cosa mi conforta in ordine alla mia sanità mentale.

Mi conforta anche il tracollo del PdL. O meglio, mi conforterebbe se non sapessimo che è già pronta l'ennesima operazione di riciclo, nuovo nome-nuovo simbolo-stesse facce, a cui gli italiani puntualmente abboccheranno come i boccaloni che sono (o come gli conviene. La sapete la storiella di Dio che regala tre virtù a ogni popolo, sì? Bene, non mi ripeto, ma il concetto è quello).

Mi conforta un pochetto di più la semi-débacle della Lega; certo però che essere costretti a riconoscere una coscienza critica e un'autonomia decisionale agli elettori leghisti non è propriamente rassicurante.
Sarei comunque curiosa di conoscere il parere spassionato di un veronese non-leghista sui risultati del primo mandato di Tosi: è un cafone razzista e vabbeh, ma magari come amministratore funziona. Appunto, sono curiosa.

Il PD sostiene di aver vinto. Continuiamo così, facciamoci del male.
Terzo polo non pervenuto.

A parte Orlando, non ho la più pallida idea di come sia andata l'IdV, il che la dice lunga sul funzionamento dei media mainstream e mi conferma ancora una volta che ho fatto bene a smettere di comprare Repubblica. Per inciso, dite quello che vi pare ma i ragionamenti di Di Pietro, ancorché fatti in lingua altra dall'italiano, a me convincono. Se a livello locale l'IdV non fosse un ricettacolo di mascalzoni, voterei IdV. Il problema è che, a livello locale, l'IdV è un ricettacolo di mascalzoni.
(Sì, lo so, le inchieste, il figlio, il populismo, i mascalzoni etc. Lo so. Siamo sempre nei paraggi del "votare il meno peggio". By the way, ai tempi della Rete io ho votato la Rete.)

Il prossimo che dice che il trionfo di Grillo è il trionfo dell'antipolitica, lo picchio. Pensate quello che volete di Grillo, che sia un demagogo, che sia un provocatore, che un comico non ha titolo per buttarsi in politica (e Berlusconi, allora?), ma se un gruppo di cittadini decide di fondare una lista, allora - per definizione - quella è politica. Non vi piace? Non la votate. Si chiama "democrazia". Sostenere che solo i partiti "tradizionali" sono qualificati a fare politica, invece, si chiama in un'altra maniera.

L'astensionismo avanza in allegria.

Nel mio comune, si va al ballottaggio tra il candidato della sinistra e il candidato dell'ultra-sinistra.
Mah.

lunedì 7 maggio 2012

Figuriamoci alle politiche

Sono fermamente convinta del fatto che il voto è un diritto e un dovere, e quindi mi faccio un punto d'onore di andare sempre a votare. Sempre. Da che ho raggiunto l'età di legge, non ho saltato una volta.
Peccato che abbia sempre dovuto votare contro, non per; scegliere il male minore, invece di un candidato o di un partito che mi convincessero davvero.
(A ben pensarci, in effetti, nel 1996 ero piuttosto convinta dell'Ulivo; non abbastanza, però, per decidere di tesserarmi. Sotto sotto, sentivo che qualcosa non quadrava.)
(Era Veltroni.)

Sono andata a votare al referendum delle 13 schede, a quello per la procreazione assistita (ovviamente), ho trascinato a votare mia nonna che non usciva di casa da secoli ("Sì nonna, devi fare la croce dove c'è l'alberello, vedi? Sì, nonna, Berlusconi è brutto e Rutelli invece è tanto un bell'uomo, ma siamo nel seggio elettorale, queste cose non si possono dire..."); beh, non credo di essermi mai sentita tanto inutile e sfiduciata come ieri. 
Sono entrata in cabina (dopo simpatici siparietti: "Prego, signora, si accomodi al n. 4." "Ehm... Non dovreste chiedermi documento e tessera elettorale, prima?"), ho aperto la scheda e ho pensato: vabbeh, ma che senso ha tutto questo?

E va detto che sono le comunali e io conosco benissimo la persona per cui ho votato. E' un amico. Siamo andati fuori a cena io, l'amore mio, lui e la sua ragazza un sacco di volte.

giovedì 3 maggio 2012

Cose che mi andava di dire

Breve riepilogo della situazione, visto che è un po' di tempo che non vi aggiorno (scommetto che stavate morendo nell'attesa).

La casa nuova procede, siamo davvero agli sgoccioli: entro una decina di giorni dovrebbero montare le porte interne e installare il gas, il che significa rispettivamente possibilità di usare il bagno e fornitura di acqua calda. Letto e cucina ci sono, direi che per il momento non serve altro. Prosegue la mia attività ossessivo-compulsiva di impacchettamento libri.

E' improvvisamente arrivata l'estate (beh, insomma; sono anni, ormai, che arriva puntualissima il 1° maggio) e con essa la mia allergia e le zanzare. Una belva mi ha simpaticamente punta proprio dove poggia il cinturino dell'orologio.

Sono andata a fare le pulizie nella casa al mare, e ho scoperto con delizia che le api hanno deciso di fare il nido nel cassonetto della serranda del bagno. Sapevate che le api sono specie protetta? Per liberarmene dovrò chiamare i pompieri (seriamente, non sto scherzando).