mercoledì 13 novembre 2013

Della storia, e di come si studia a scuola

Sto leggendo un libro di storia medievale molto interessante: non racconta solo i fatti di Italia, Francia, Inghilterra e Germania ma mette in mezzo la penisola iberica, l'Irlanda, la Scadinavia di cui so poco e niente.
A me la storia piace molto, ma l'ho studiata parecchio tempo fa quando i programmi scolastici - che mi auguro nel frattempo siano cambiati - erano decisamente italocentrici. La Cina, per esempio, era menzionata di striscio a proposito di Marco Polo; poi più niente fino a Mao, e anche lì non è che ci fosse da scialare. Per fortuna, mamma mi comprò la Storia della Cina a fumetti di Enzo Biagi, che almeno qualche nozione elementare la dava (anche se molti riferimenti, testuali e iconografici, potevano essere colti solo dagli adulti; forse si presupponeva che i genitori leggessero il libro con i figli).

Una cosa che ho sempre trovato assurda nell'insegnamento della storia è il procedere per aree geografiche; ossia, si insegna prima la storia di un territorio, poi quella di un altro e così via. Il che dà l'impressione che le varie vicende siano successive; se si chiede a un alunno delle medie, ad esempio, è facile che ti dica che i Sumeri "vengono prima" degli Egiziani, e i Greci "prima" dei Romani, etc. Invece non è ovviamente così, e una prassi che dovrebbe semplificare le cose finisce per complicarle quando uno comincia a chiedersi come hanno fatto i Romani a prendere Corinto se sono venuti "dopo", o da dove è rispuntata Cartagine se i Fenici venivano "prima", vari capitoli fa, e quindi ai tempi delle guerre puniche è lecito aspettarsi che fossero tutti morti.

All'Università, dovendo sostenere gli esami di storia greca e di storia romana, mi sono costruita a mano una tavola sinottica (sono vecchia: all'epoca questo genere di giochetti non si trovava facilmente in Internet, anche perché non c'era Internet. Come diamine avremo fatto a laurearci lo stesso, lo sa solo Iddio) che mi ha fatto scoprire e capire un mare di cose. Avendone il tempo, mi piacerebbe continuare arrivando fino ai giorni nostri (ma stavolta con Wikipedia vicino); penso che soprattutto gli incroci matrimoniali fra le varie dinastie europee si rivelerebbero interessanti, meglio di una soap-opera.

Mi domando perché, dato che dalle elementari in poi si studia sempre la stessa storia (anche se ovviamente con livelli di dettaglio diversi) non si possa insegnarla dapprima da una prospettiva diacronica (come si fa adesso) e in seguito, al liceo, dato che i fatti fondamentali sono (dovrebbero essere) acquisiti, riprendere daccapo ma questa volta in modo sincronico. Trovo utile, e anche educativo, rendersi conto che mentre in Italia guelfi e ghibellini si scazzavano, nel resto del mondo succedeva qualcos'altro - e fors'anche qualcosa di più rilevante.

Questo, naturalmente, apre il capitolo delle cose che succedevano e di cui non sappiamo niente; tipo quello che succedeva ai nativi d'America, e di cui non abbiamo testimonianze scritte, o quello che succedeva nei Regni precolombiani, di cui avevamo testimonianze scritte che però i conquistadores hanno intelligentemente distrutto in gran parte. Meno male che ci sono gli archeologi (mi sia consentito un barlume di orgoglio professionale).

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