lunedì 3 marzo 2014

And the Oscar goes to...

Io l'avevo detto da prima e c'ho i testimoni: l'incolpevole amore mio, al quale degli Oscar non gliene potrebbe fregar di meno, ma che comunque ieri sera alle ore 20 (quindi in tempi abbondantemente non sospetti) ho tediato con le mie previsioni sulla lista dei vincitori. Tutte puntualmente rispettate. Magari fossi così brava con il Superenalotto.

Il fatto è che, nell'assegnare i premi, l'Academy segue delle regole non ufficiali ma comunque granitiche, all'insegna dell' extra-politically correct. E quindi verrà sicuramente premiato ogni film che difenda ed esalti minoranze perseguitate, che siano gli Ebrei durante l'Olocausto o gli schiavi africani di quest'anno. Verrà inoltre sicuramente premiato l'attore (o l'attrice) che interpreti la parte di un malato terminale, o di un disabile, o che comunque gli richieda un notevole sforzo di trasformazione (ore e ore di trucco e/o diete drastiche per salire o scendere di peso). In mancanza di simili caratterizzazioni, vince chi interpreta il film di Woody Allen perché così si può premiare Woody Allen senza premiarlo.

Leonardo di Caprio non può vincere, punto.

Una volta considerate queste regole, vedrete che i vincitori di ieri erano in effetti facilissimamente prevedibili.

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