venerdì 23 gennaio 2015

Casi clinici

Per farvi capire i livelli di paranoia a cui sono capace di arrivare (ma ehi, perlomeno ne sono consapevole e cerco di dominarmi; è una buona cosa, no?):

L'amore mio è tornato da [altrove] e sono andata a prenderlo all'aeroporto. Il tabellone degli arrivi segnala i voli in arrivo (appunto) e atterrati. Così, quando ho visto lampeggiare il segnale di "in arrivo" in corrispondenza del suo volo, il mio primo pensiero è stato "Meno male, non è esploso in volo!"

Poi il segnale "in arrivo" si è spento e, contemporaneamente, quello di "atterrato"... NON si è acceso. E il mio primo pensiero è stato "Oddio, è esploso in volo!"

(Ovviamente trattavasi invece del normale ritardo di aggiornamento del tabellone. Ma io ho ereditato il motto araldico di mia madre: "Gli aerei precipitano, i treni deragliano, le navi affondano, le auto cappottano, le bici forano, le moto non se ne parla proprio! e se vai a piedi ti può cadere qualcosa in testa".)

Avete presente come, non appena un aereo atterra, il primo atto dei passeggeri italiani è di riaccendere il cellulare? Bene, in un aereo pieno di passeggeri italiani, il primo cellulare a squillare non appena atterrati è stato quello dell'amore mio. Ero io che lo chiamavo per controllare che fosse ancora vivo.

(Capite perché non voglio un figlio? Diventerebbe un serial killer, come minimo, e qualunque tribunale di questo mondo non potrebbe non riconoscergli tutte le attenuanti possibili.) 

2 commenti:

  1. Delle due una: o sono tuo marito, o mia moglie ha una gemella caratteriale

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