domenica 13 dicembre 2015

Riepilogo

Oh, dunque, vediamo di pubblicare almeno un altro post prima della fine dell'anno, l'ennesimo in cui mi riprometto di scrivere di più e poi non scrivo una beata mazza.
("Basta, da domani dieta e ginnastica!", Sì, sì, come no.)

Il fatto è che mi sembra di avere sempre meno cose da scrivere e sempre meno tempo per farlo. Ma a fine anno, un post di riepilogo ci sta tutto. E allora...

Come eloquentemente ha riassunto l'amore mio qualche giorno fa, questo è stato un anno di... Ecco, diciamo "tribolato", va', giusto per limitare un po' il turpiloquio. Tanto per cominciare, abbiamo avuto a che fare con l'Agenzia delle Entrate, con esiti tragicomici come spessissimo avviene quando abbiamo a che fare con la Pubblica Amministrazione. Gli esiti sono stati tragici soprattutto per il nostro portafoglio, ma la cosa che personalmente mi ha fatto incazzare (ecco il turpiloquio) più dell'esborso è il fatto che questo si è originato da un atto a tutti gli effetti illegittimo... Solo che non lo possiamo dimostrare legalmente. La paladina della giustizia che è in me vorrebbe prendere a ceffoni parecchia gente.

Poco prima dell'estate, sono stata graziosamente informata che, causa la congiuntura economica e la crisi dell'editoria e la mancanza di fondi e [insert supercazzola a scelta here], il mio ufficio avrebbe chiuso e io sarei stata spostata in altro reparto di cui non sapevo alcunché se non che avesse abbondantemente a che fare con la contabilità. Siccome io : matematica = PD : sinistra, mi è preso il panico mi sono un po' allarmata.

Indi un simpatico ladro è venuto a farci visita a casa, uscendo proprio mentre noi rientravamo e quasi finendomi in braccio. Qui i rimpianti sono sostanzialmente due: non avergli sferrato un calcio nei coglioni quando ne avrei avuto la possibilità (purtroppo sono sempre stata lenta di riflessi) e che si sia fregato i gioielli ereditati dalla mia mamma. Ma tanto, con tutte le maledizioni che gli ho lanciato, come minimo starà passando i 3/4 del suo tempo sul cesso.

A coronare il tutto, non ci siamo potuti far mancare un lutto in famiglia.

Eppure, sarà perché sono una persona superficiale e/o di memoria corta, devo dire che a me quest'anno non ha lasciato un'impressione tanto brutta. Se ci ripenso, infatti, mi vengono in mente solo bei ricordi: l'orticello che abbiamo messo su e che ha prodotto quantità abnormi di zucchine, le scorpacciate di fragole e le marmellate homemade che ci hanno invaso la credenza (altro che dieta), un paio di bei matrimoni, la splendida vacanza estiva e qualche altra gitarella di contorno che, alla faccia dell'Agenzia delle Entrate, da brave formichine siamo comunque riusciti a concederci.

Chiudo con un aneddoto che volevo condividervi da tanto tempo e che risale appunto all'ultima gitarella, quando - trovandoci nei dintorni di Tivoli - abbiamo pensato di fare una deviazione per visitare Villa Adriana. Io, ça va sans dire, non stavo più nella pelle e non mi ha scoraggiato neanche il fatto che, lungo il tragitto, più ci avvicinavamo al sito meno indicazioni stradali si vedevano. Alla fine, più per intuito (dell'amore mio) che grazie alla segnaletica, siamo finiti in una borgata da capolavoro del Neorealismo, che si chiama per l'appunto Villa Adriana perché sorge ai margini delle rovine romane. 

E ancora niente segnaletica! O meglio, l'unico cartello puntava contro una strada ad accesso vietato. (Seriamente, stavo meditando di lanciare un tweet all'ineffabile ministro Franceschini). Sicché ci siamo risolti a chiedere indicazioni a un autoctono.

Immaginate la scena: noi, in macchina, nel mezzo di queste tristissime palazzine di periferia, che chiediamo speranzosi: "Scusi, per Villa Adriana?"
"Ma già ce siete" - fa il tizio, guardandoci un po' stupito e allargando le braccia a meglio illustrare la cosa - "Qua è Villa Adriana."
"Grazie al cazz NO, stiamo cercando le rovine romane" replica l'amore mio.
Io intanto ho appena la forza di #facepalm.

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