mercoledì 17 giugno 2015

I social network sono il Male?

Mi rendo conto che la cosa può sembrare alquanto ipocrita da parte mia, visto che all'inizio non ho fatto che scagliarmi contro Facebook.
E lo so che Facebook ha tanti difetti, non garantisce la privacy, ti inonda di pubblicità, vende i tuoi dati alle grandi aziende brutte sporche cattive e capitaliste.
Però.

Però questa moda di buttare la croce su Facebook e social network consimili, accusandoli di dare parola agli imbecilli (anzi direttamente di rendere tutti imbecilli), ha anche rotto.

Io ho fatto le scuole quando Facebook era ancora solo nella mente di Dio, anzi quando Internet era ancora solo nella mente di Tim Berners Lee, e anche in quel tempo remoto c'era gente che sapeva copiare intelligentemente, selezionando le fonti e cambiando le parole santocielo, e gente che copiava dagli articoli di Cioè, errori grammaticali compresi. Quindi dire che i social network hanno disabituato i ggiovani a riflettere e sintetizzare è una gran vaccata. Diciamo piuttosto che la scuola, con dei programmi sempre più confusi e tesi al nozionismo più che alla comprensione dei fatti, con degli insegnanti sempre più demotivati, con dei supporti (biblioteche in primis) sempre più inesistenti, ha disabituato i giovani a riflettere e sintetizzare. E parlo di un processo lungo, perché ai miei tempi ancora si parlava di "metodo di studio", ma era una locuzione usata dai nostri genitori per lamentare il fatto che la scuola non insegnasse più un metodo di studio.
Sintetizzando, così facciamo contenti i soloni, non potete lamentarvi dell'incapacità dei giovani a cui poi volete a tutti i costi somministrare le prove Invalsi.
(Della scuola americana, che vanta laboratori teatrali gruppi di dibattito e squadre sportive, sono stati capaci di andare a prendere solo la cosa più contestata di tutte, le prove strutturate.)

Gli imbecilli hanno sempre parlato e purtroppo spesso tenuto banco e guadagnato largo seguito ben prima dell'avvento del web, se no mi dovete spiegare come mai ci siamo sciroppati vent'anni di fascismo quando Benito, lui, non twittava.
Certo, il web è una cassa di risonanza molto più ampia ma permette a tutti di interagire con tutti, per cui se vedo una castroneria posso replicare, posso interagire direttamente con i presunti VIP, e cosa più importante posso contattare altre persone che la pensano come me, o hanno i miei stessi interessi. Per un adolescente timido, magari un po' nerd, magari che vive in un paesello disperso nel nulla e parecchio retrogrado, scoprire che c'è altra gente come te e quindi non sei un anormale è una gran cosa. Credetemi, parlo per esperienza personale dato che è stata una gran cosa anche per me che adolescente non lo sono più.

Se poi vi dà fastidio che Facebook usi i vostri dati personali, non usate Facebook. O non pubblicate dati personali. O prendetevi 2 minuti tra un like a Gigi d'Alessio e una condivisione di gatti per settare le impostazioni della privacy. Se avete capito come si mandano inviti per Candy Crush, maledetti, potete anche capire come funzionano le impostazioni della privacy. Fermo restando che postare foto personali, soprattutto se ci sono bambini per lo mezzo, non è assolutamente una buona idea, e se non ci arrivate da soli decisamente non è colpa di Facebook, è questione di quoziente intellettivo sotto Forrest Gump.

Alla fine, un social network è una scatola: il buono o il cattivo ce lo mettiamo dentro noi. I post che invitano all'odio, le trappole dei pedofili, i falsi inviti che nascondono virus, le catene di S. Antonio, le bufale non nascono spontaneamente e non sono create da bot, ma da esseri umani che magari si nascondono sotto nickname come anni fa si nascondevano dietro lettere anonime. Inutile cadere dal pero. Anche la televisione ha iniziato trasmettendo la prosa e programmi che hanno alfabetizzato milioni di italiani, e adesso ci ritroviamo Maria De Filippi e giornalisti del TG che non azzeccano i congiuntivi. Dubito che la colpa sia dell'elettrodomestico in quanto tale. 

Il punto è che non tutto quel che si trova in Rete è oro colato, proprio come non tutto quel che passa in TV è vero, non tutto quel che si legge sui giornali è vero, etc.
Allora, come mai tanto livore? Forse, anche perché Eco non ha detto che i social network danno la parola agli imbecilli, sono i giornalisti dei media "tradizionali" che l'hanno riportata così. E a questo punto uno dovrebbe chiedersi: non è che gli imbecilli la parola se la sono presa da un pezzo, ben prima dell'avvento dei social network?

domenica 14 giugno 2015

giovedì 11 giugno 2015

La mia è una città dalla tradizionale vocazione commerciale

(Negozio del centro, interno giorno. A parte lei e i commessi il negozio è vuoto)
- ...
- ...
- ...Ha bisogno di qualcosa?
- No, sto qui ferma impalata davanti a te da 10 minuti aspettando che tu finisca di piegare vestiti per sport Grazie, buongiorno, vorrei vedere [questo] e [quello], taglia M, per cortesia.
- La taglia M è finita.
- ...
- ...
- ...Posso vedere la taglia L, allora? Magari mi va.
- ...OK.
- ...
- ...
- ...C'è modo di provare i vestiti?
- Sì, i camerini sono là.


- ...
- ...
- ...Deve chiedere?
- No, ho riportato i vestiti e li ho posati sul bancone e sto qui ferma impalata da 5 minuti aspettando che tu smetta di guardare nel vuoto dalla vetrina per sport Sì, grazie; [quello] mi sta bene, [questo] invece per me è grande. Non ha per caso qualcosa con la stessa fantasia, taglia M? 
- ...
- ...
- ...Non ho capito.
- Ha. Qualcosa. Con. La. Stessa. Fantasia?
- Ah, vuole qualcosa con la stessa fantasia?
- ...Sì.
- Ci sarebbe [quest'altro].
- Alla grazia OK, c'è la taglia M?
- Sì. Vuole vederlo?
- No, chiedevo per sport Eh, magari.


- Grazie, ho provato [quest'altro] ma non mi sta bene. Allora... Ehm, avevo lasciato [quello] sul bancone...
- Sì, l'ho rimesso a posto.
- ...
- ...
- Arrivederci. (esce dal negozio giurando di non rimetterci più piede)

martedì 9 giugno 2015

De gustibus

Una delle cose che mi piacciono assai, ma proprio assai (vai tu a capire perché, ci sarà di sicuro una profonda motivazione psicologica ma è meglio non addentrarsi in questo ginepraio) è il tracking delle spedizioni. 

sabato 6 giugno 2015

Viaggi estemporanei, grandinate estemporanee, post meno estemporanei

Giorni fa, profittando di una festività nazionale il cui senso un po' mi sfugge visto che
- un casino di esercizi commerciali sono comunque rimasti aperti e
- non capisco perché si celebri con una parata militare la ricorrenza di una pacifica votazione referendaria,
io e l'amore mio siamo andati a passare un paio di giorni a Villetta Barrea (AQ).

Il giorno prima della partenza l'amore mio è finito al Pronto soccorso, ma poi siamo partiti lo stesso perché siamo due incoscienti.

Io a Villetta Barrea non ero mai stata, mentre l'amore mio vi aveva campeggiato anni fa, e appena arrivati - prima ancora di passare dall'albergo - mi ha portato a visitare il campeggio, in un dolce quanto evitabile momento amarcord.
Se con ciò sperava di convincermi a campeggiare, in un prossimo futuro, ha commesso un gravissimo errore di calcolo. Sono una persona molto trasparente, quindi credo che fossero evidenti sul mio volto le mie opinioni in materia, sintetizzabili in fondo in due parole: "col cazzo".

L'albergo, quando alfine ci siamo arrivati e se si esclude una presenza francamente eccessiva di marmocchi urlanti, era carino e pulito. Ottimo il ristorante, come abbiamo potuto appurare il giorno dopo.
Al nostro arrivo, infatti, il ristorante era impegnato per una festa di comunione che, come da prassi, andava avanti fin dal mattino. Ne eravamo stati avvertiti, ma ci eravamo detti che, trovandoci in zona turistica, non sarebbe stato un problema trovare un altro posto in cui cenare.

Difatti nel raggio di 25 km abbiamo trovato solo due ristoranti aperti: uno era strapieno per un banchetto e i camerieri sembravano sull'orlo del suicidio collettivo, l'altro benché con molti tavoli liberi era a quanto pare "tutto prenotato, e poi noi proponiamo un menu degustazione e facciamo un solo servizio quindi no, anche se tornate più tardi non vi possiamo accogliere".
La conseguente filippica dell'amore mio sull'incapacità del Sud di sfruttare il suo potenziale turistico è stata interrotta dall'avvistamento di una pizzeria, per fortuna aperta, per fortuna con un tavolo disponibile, per fortuna con un'ottima pizza.

Da questo momento in poi è filato tutto liscio. Ora non vi sto a tediare, anche perché è la quinta volta che riscrivo questo post cercando di tagliare corto, ma ci tengo a menzionare alcune cose:
- il fatto che ha grandinato tre volte nello spazio di 18 ore, la prima delle quali mentre eravamo in viaggio e grandinava così forte che non abbiamo assolutamente capito dove fossimo;
- il fatto che, oltre un numero abnorme di cavalli e mucche, abbiamo avvistato uno scoiattolo un topolino di campagna e un daino (o forse era una cerbiatta), quest'ultimo fermo a 5 cm scarsi dal mio finestrino; peraltro era notte e il fatto che io abbia visto uno scoiattolo e un topolino di notte ha dell'incredibile e fa onore al mio oculista e al mio ottico;
- il fatto che abbiamo comprato quantità indegne di formaggio e miele, e quantità appena più degne di vino e rosoli locali;
- il fatto che dopo aver mangiato per due giorni come se non ci fosse un domani abbiamo ritenuto necessario deviare nel viaggio di ritorno di circa 40 km per andare a pranzare in una trattoria di nostra conoscenza;
- ma, soprattutto, il fatto che quando siamo andati a fare una romantica passeggiata a Barrea by night siamo stati seguiti per tutto il borgo da un cagnetto randagio che non ha fatto che scodinzolare e guardarci con occhi imploranti, e ovviamente ho dovuto fare io la parte della cattiva, visto che l'amore mio l'avrebbe preso caricato in macchina e adottato senza pensarci due volte.
(Mi ha salvato in extremis la considerazione che, data la festa nazionale di cui sopra, sarebbe stato impossibile far visitare, spulciare e vaccinare il cane. Il piano strategico per contrabbandarlo in hotel e fargli il bagno l'avevo già elaborato.)

mercoledì 3 giugno 2015

Obblighi di legge

Da un po' di tempo in qua avevo notato il proliferare, praticamente su tutti i siti e blog che frequento, di avvisi relativi alla presenza di cookies; ne ero anche abbastanza infastidita perché, insomma, si sa che i siti usano i cookies, per memorizzare dati e - anche e soprattutto - per infarcire le pagine di pubblicità mirate. Non mi ero chiesta però - in modo abbastanza superficiale, bisogna ammetterlo - come mai, visto che i cookies da mo' che ci stanno, solo adesso saltavano fuori questi avvisi.
Soltanto stamattina, quindi, leggendo qua e là, ho appreso di questa prescrizione del Garante della Privacy e mi è sorto il dubbio che, non mettendo alcun avviso sul mio blog, mi potesse arrivare una mega-multa. Così ho indagato per capire cosa effettivamente convenisse fare.

A parte che, come al solito, per capire una norma italiana occorre avere un paio di lauree in legge ma più che altro facoltà medianiche, pare che per i siti ospitati su Blogger basti quanto Blogger stesso (bontà sua) ha aggiunto alla sua navbar. Ma qui è cascato il mio asino.
Dovete infatti sapere che, quando all'epoca misi su il blog, credendomi molto furba smanettai ad abundantiam con il codice HTML, e tra le altre cose nel personalizzare il layout delle pagine feci in modo di nascondere la navbar di Blogger. Dopo qualche anno Blogger stesso inserì nei suoi layout la possibilità di nascondere la navbar, ma io ormai il codice l'avevo personalizzato, e soprattutto non mi ricordavo assolutamente più cosa diavolo avevo manomesso, quindi lasciai tutto come stava. 
Morale della favola: mentre i blog dei blogger intelligenti avevano tutti su la loro brava navbar con il loro bravo avviso dei cookies, il mio blog ne era tristemente privo.

Per fortuna, dopo qualche minuto di sconforto, mi sono bastati relativamente pochi smanettamenti e un paio di prove per ritrovare il pezzo di codice incriminato ed eliminarlo, facendo ricomparire la navbar in tutta la sua gloria. Lo so, esteticamente è urénda. Ringraziate il Garante e tenetevela.
Che poi in realtà è un po' anche una sfortuna, perché visto che il panico indotto ha avuto vita breve, in futuro nulla mi tratterrà da rimettere mani a questo e altri codici combinando chi sa quali altri pasticci.